Quanto può essere prezioso l’incontro con una persona che ha fatto della sua vita un esempio di coraggio e onestà?

Le classi terze delle Secondarie di Villa e di Almè, questa mattina sabato 18 novembre, hanno potuto partecipare di persona a un emozionante momento di ascolto della storia di Piera Aiello, testimone di giustizia, che credo porteranno con loro a lungo.

La Dirigente ha introdotto l’incontro spiegando che il termine “testimone” ha in sè la parola latina munus che vuol dire dovere, incarico, compito. Già questo ci ha fatto capire l’importanza di ciò che ci accingevamo ad ascoltare.

Piera ha difatti preso la parola e con chiarezza e schiettezza ha raccontato la sua storia: dall’essere destinata come sposa di un matrimonio combinato con Nicola Atria, figlio del boss mafioso trapanese don Vito Atria, all’uccisione prima di quest’ultimo nel 1985 e poi del marito, 6 anni dopo, fino alla decisione, presa con fermezza e coraggio, di raccontare tutto ciò di cui era a conoscenza e diventare testimone di giustizia.

Da lì in poi la sua vita subisce una svolta che ha come punto cruciale l’incontro con Paolo Borsellino, “zio Paolo” come lo chiama Piera, che per lei è sempre stata una figura fidata, amica, confidente e per cui nutre una riconoscenza sincera che traspare dai suoi occhi quando parla di lui.

L’incontro con Borsellino contribuisce a rinforzare in Piera la decisione di diventare testimone di giustizia, ma questa scelta le costa un caro prezzo: le viene detto che avrebbe dovuto allontanarsi dalla Sicilia, cambiare identità e lasciare la sua famiglia. Piera in pochi giorni prepara le valigie e si trasferisce a Roma portando con sè la figlia Vita Maria di soli 3 anni. Dopo pochi mesi viene raggiunta nella capitale anche da sua cognata, Rita Atria, che però a 17 anni, nel luglio 1992, solo 8 giorni dopo la morte di Borsellino, si toglie la vita.

Per 27 anni Piera conduce una vita senza una vera identità, non ha dapprima un nome e poi le viene dato un nuovo nome in cui non si riconosce, non può votare, non può farsi prescrivere ricette mediche, non può andare in vacanza liberamente, insomma una vita-fantasma.

Nel 2018 però Piera esce allo scoperto: decide di candidarsi alle elezioni per la Camera dei Deputati, diviene Parlamentare e si “svela”, riappropriandosi felicemente della sua vera identità. 

Tuttora Piera continua a testimoniare ai giovani la sua storia, nel frattempo si è laureata (memore delle parole di Borsellino a cui aveva promesso di leggere e studiare).

Conduce una vita “normale” seppur accompagnata sempre dalla scorta che però sente come figure di famiglia e a chi le chiede se si sente realizzata e se non abbia paura, risponde serenamente che nella sua vita rifarebbe tutto quanto ha fatto.

Grazie alla gran donna che Piera ha dimostrato di essere, all’amministrazione di Villa d’Almè presente all’incontro, all’associazione Libera che ha promosso l’evento, alla Ds e alle docenti che hanno accompagnato gli alunni, ai genitori presenti e soprattutto alle ragazze e ai ragazzi che si sono messi in ascolto di questa testimonianza straordinaria con un atteggiamento serio e “partecipato”: a loro l’augurio di essere cittadini onesti e rispettosi, facendo la loro parte nel contrastare tutti quegli atteggiamenti scorretti che possono incontrare nel loro quotidiano.

Prof.ssa Lara Pesenti